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Riccardo Orsini
Responsabile del Sistema RIS/PACS e Conservazione Legale Aziendale Azienda Usl Toscana Nord-Ovest

Dottore, ci spieghi innanzi tutto il suo lavoro, visto che è un ruolo importante, ci faccia qualche esempio di qual è la sua giornata tipo. Sostanzialmente io mi occupo della corretta gestione del sistema informativo dell’area di diagnostica. E in particolare di tutti i sistemi informativi che vengono utilizzati dai professionisti sanitari che in qualche modo sono coinvolti o generano immagini. Immagini di qualsiasi tipo perché poi lo vedremo, la particolarità del nostro sistema RIS/PACS è quella di non insistere solo esclusivamente sulla parte di diagnostica per immagini quindi sulla parte radiologica propriamente detta bensì di estendersi anche a tutte le altre discipline che comunque producono immagini. In più poi mi occupo anche della conservazione legale di questi dati e quindi della corretta esibizione verso terzi. Ci dica due parole sulla Azienda USL Toscana Nord-Ovest, quali aree della Toscana copre, quanti pazienti avete… parliamo ovviamente a chi non ha il piacere di conoscervi. L’Azienda USL Toscana Nord-Ovest nasce nel 2016 a seguito della riforma sanitaria della regione toscana, che ha razionalizzato e diminuito il numero delle aziende sanitarie sul territorio regionale. La nostra azienda è la più grande delle tre aziende della Toscana Nord-Ovest perché ha un bacino di utenza di all’incirca un milione e mezzo di abitanti; è un’azienda che ha più di 13.000 dipendenti, un bilancio annua-le che si aggira intorno ai due miliardi e 400 milioni di euro e nell’ambito di diagnostica per immagini produciamo all’incirca 1 milione di prestazioni all’anno. Parliamo, quindi, di un’azienda importante con un numero importante di pazienti.

Come valuta il ruolo del servizio di supporto nei progetti RIS/PACS di Area Vasta che viene erogato anche da Ebit con personale “ad hoc” dedicato? Che giudizio ne dà? Sicuramente il giudizio è molto positivo anche perché i sistemi informativi nell’area di diagnostica ormai da un punto di vista tecnico sono approssimativamente equivalenti quindi anche i vari vendors si sono su per giù allineati anche dal punto di vista tecnico e i servizi offerti sono pressappoco gli stessi. Dov’è la differenza? La vera differenza è proprio sull’aspetto di attenzione al professionista, la possibilità di seguirlo, h12 durante la normale giornata lavorativa ma anche con il servizio di reperibilità che si estende anche la notte e giorni festivi: questo è sicuramente un tipo di servizio molto qualificante e che non lascia mai soli i professionisti sanitari. Dottore, come si è evoluto dal suo punto di vista l’utilizzo della refertazione strutturata nei vari ambiti clinici di pertinenza dei vari sistemi RIS/PACS? La premessa è che noi veniamo da un mondo, quello radiologico, nel quale la refertazione strutturata non è mai stata, diciamo, appannaggio del medico radiologo.

Mentre invece la refertazione strutturata si è sempre contraddistinta per una forte presenza in altri ambiti specialistici, proprio l’adozione del nostro sistema RIS/PACS, che come dicevo in premessa si estende all’ambito cardiologico, all’ambito endoscopico, adesso anche all’ambito di otorinolaringoiatria e anche alla parte di ultrasonografia, ha comportato un forte utilizzo e sviluppo del sistema di refertazione strutturata. In particolare, se posso fare un esempio, uno dei progetti più ambiziosi che abbiamo portato avanti e che stiamo continuando a portare avanti è quello della creazione di sistemi della refertazione strutturata per l’ambito di ultrasonografia specialistico. Quindi la possibilità di creare delle pagine di refertazione dedicate, ad esempio per i ginecologi, piuttosto che per gli urologi e per tutte le altre branche ultraspecialistiche. Quindi quale è il valore aggiunto per il medico e, indirettamente, per il paziente? Per il medico il valore aggiunto è legato sostanzialmente a quello di poter eseguire una refertazione guidata, ma non solo; la possibilità di valorizzare delle parole chiave e associare alla diagnosi delle immagini che siano delle immagini chiave. Questo ha anche un grande risvolto dal punto di vista clinico, perché aiuta poi il professionista che prende in carico il paziente ad avere subito il quadro complessivo delle informazioni e della diagnosi che è stata fatta dal professionista sanitario. Che tipo di strumenti ritiene debbano mettere a disposizione i sistemi RIS/PACS di Area Vasta, con riferimento a metodologie di Data Mining, Business Intelligence e magari gestione dei BIG Data? Questo è un aspetto che si è fortemente sviluppato negli ultimi anni perché le aziende sanitarie, proprio perché sono aziende, devono stare molto attente agli aspetti gestionali e di controllo di gestione.

Tanto è vero che i sistemi di RIS/ PACS negli ultimi anni si sono sviluppati proprio per fornire tutta una serie di dati. Non sono dati lasciati a se stessi e che devono rispondere ad esigenze precise, sia come dicevo prima dal punto di vista del controllo di gestione e quindi il raggiungimento dell’obiettivo di bud-get, tanto per fare un esempio classico ma anche sulla parte legata alla gestione operativa, quindi all’ottimizzazione dei flussi e dei processi, all’ottimizzazione delle worklist all’interno delle diagnostiche piuttosto che la creazione di nuovi percorsi, che siano più agevoli e che diminuiscono i tempi di esecuzione delle prestazioni. Tutte queste informazioni si evincono attraverso l’utilizzo del sistema RIS/PACS, perché il sistema RIS/PACS consente di tracciare completamente l’intera prestazione dal momento della prenotazione al sistema CUP fino al momento dell’invio al sistema di conservazione che è proprio il momento finale della prestazione. Dottore, in che modo ritiene debbano evolvere i sistemi RIS/PACS, magari con l’avvento delle tecnologie basate su Intelligenza Artificiale? Questo è un tema molto importante, che si è sviluppato negli ultimi anni, e un po’ tutte le ditte stanno ormai sviluppando sistemi di intelligenza artificiale. Una premessa è doverosa. Il sistema di intelligenza artificiale non deve in nessun modo essere interpretato come una sostituzione del medico radiologo piuttosto che del medico che fa la diagnosi; assolutamente no. Questi sistemi sono diventati negli ultimi anni sempre più efficienti e lo diventeranno sempre di più, ma sono a supporto dell’interpretazione diagnostica. Che cosa vuol dire? Che sostanzialmente attraverso un’analisi che può essere fatta in tempo continuo per tutta la giornata, i sistemi devono aiutare a mettere in evidenza quelle che potrebbero essere delle potenziali lesioni piuttosto che delle anomalie delle immagini. Da lì poi interviene in maniera importante e soprattutto decisiva il medico, che deve associare a questo sospetto di lesione la clinica oltre che ovviamente l’esperienza che ha accumulato nel corso degli anni di lavoro. Anche sui nostri sistemi RIS/PACS abbiamo infatti iniziato a sviluppare questo tipo di servizi a supporto ad esempio della diagnosi della mammella, che è una diagnosi molto difficile e che può quindi essere aiutata attraverso un’analisi computerizzata di intelligenza artificiale. Quale ruolo ritiene debbano avere i sistemi RIS/PACS, o la loro evoluzione, in termini di prevenzione? Su questo aspetto sicuramente anche gli ultimi mesi ci hanno insegnato molto perché sapete benissimo che i sistemi sanitari stanno evolvendo verso una pesante digitalizzazione. Nell’ambito di diagnostica per immagini l’informatica, negli ultimi quindici-venti anni ha fatto passi da gigante quindi l’aspetto di digitalizzazione dell’immagine è già avvenuto da tempo. Però, la domanda chiave è: cosa serve in termini di prevenzione e di diminuzione dei rischi legati alla diagnosi? Prima di tutto serve la possibilità – e questa è una cosa che ci chiedono molto i professionisti – di avere un’unica piattaforma, dalla quale è possibile reperire tutte le informazioni cliniche perché ad oggi, purtroppo, per come si sono sviluppati i sistemi informativi all’interno delle aziende sanitarie – il medico, l’infermiere, il tecnico di radiologia, il fisioterapista sono costretti a reperire queste informazioni su applicativi terzi. All’interno della nostra azienda il sistema RIS/PACS è proprio stato disegnato e si sta evolvendo per ottenere un’unica interfaccia, con un unico accesso, e anche questo è comunque un problema sentito dai professionisti perché applicativi diversi vogliono dire IT e password diversi, difficili da ricordare. Con un unico accesso è possibile vedere tutto quello che serve. L’altro aspetto fondamentale è il concetto “non facciamo girare i pazienti” ma “facciamo girare le informazioni”. Oggi è fondamentale in sanità fare rete; fare rete vuol dire potersi scambiare delle informazioni con professionisti che sono anche distanti dal punto di vista territoriale e non c’è bisogno di mandare il paziente ma oggi è possibile mandare tutte le sue informazioni e avere quindi un quadro completo della situazione in modo da potersi scambiare delle informazioni e fare una diagnosi precisa e corretta. A questo punto si entra nell’ambito della televisita e del teleconsulto; servizi che abbiamo sviluppato nell’ambito della nostra azienda e che stiamo utilizzando tra l’altro con degli ottimi risultati con collaborazioni e integrazioni, per esempio con l’ospedale pediatrico Meyer, col quale siamo in grado di condividere le immagini e sapere come intervenire sul paziente pediatrico o se deciderne il trasferimento in casi più gravi. Ad esempio, abbiamo avuto un caso ultimamente all’Isola d’Elba, che rientra nel nostro territorio, dove una bambina è caduta in mare ed è andata a finire all’interno dell’elica della barca, portata all’ospedale di Porto Ferraio, eseguite le immagini di diagnostica per immagini, queste immagini sono state visualizzate in tempo reale dal Meyer, che ha dato le prime indicazioni. Quando la bambina è arrivata al Meyer, i medici erano già in grado di portarla direttamente in sala operatoria senza dover ripetere nessun tipo di immagine. Questi sono i veri vantaggi di un sistema come quello che abbiamo sviluppato noi. Mi sembra un approccio veramente fondamentale. Un’ultima domanda: guardando il futuro, quali sono le esigenze che Lei ha e vorrebbe implementare con Ebit? Sicuramente bisognerà puntare moltissimo su questi aspetti legati alla telemedicina. Questo è fondamentale. L’altro aspetto importante è che i sistemi informativi RIS/PACS siano il più possibile complianti rispetto ai sistemi IHE in modo che siano integrabili con qualsiasi tipo di piattaforma e quindi fare in modo che il professionista abbia di fronte un’unica interfaccia, ma dietro, in maniera trasparente, ci siano tutti gli altri applicativi: torno a dirlo, l’importante è che le informazioni siano non soltanto disponibili ma disponibili con un’unica interfaccia e disponibili in maniera immediata. Questa è la cosa fondamentale.

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